«Alle otto in punto una figura aristocratica sulla trentina veniva accompagnata al suo solito tavolo nella Sala delle Palme del Waldorf Astoria hotel. Alto e snello, elegante nel vestire, attirava tutti gli sguardi - anche se gran parte della clientela, conoscendo il bisogno di riservatezza dell'illustre inventore, faceva finta di non guardare. Diciotto tovaglioli di lino puliti erano come sempre impilati accanto al suo piatto. Nikola Tesla non sapeva spiegare la sua preferenza per i numeri divisibili per tre, più di quanto non riuscisse a spiegare la sua paura morbosa dei germi, né per quale motivo fosse perseguitato da una moltitudine di altre strane ossessioni che gli tormentavano la vita.» La felice penna di Margaret Cheney, pur nell'assoluto rigore storico e scientifico della sua narrazione, ci fa vivere a fianco del più mirabile inventore della nostra epoca restituendone la ricchissima, inquietante personalità umana.